Nell’ambito del progetto CHROMOPOLIS_la città del futuro, il Comune di Trieste ospita i 4 giovani artisti vincitori del bando internazionale della 12.a edizione di ARTEFATTO (www.artefatto.info) che quest’anno esplora i temi e le pratiche della creatività urbana e della street art attraverso una doppia residenza artistica dal 19 al 25 marzo e dal 21 al 27 maggio.
Il progetto ARTEFATTO, curato dal PAG_Progetto Area Giovani (http://pag.comune.trieste.it), in collaborazione con Macross Acu, gode del patrocinio dell’Università degli Studi di Trieste, è associato al circuito nazionale del GAI_Giovani Artisti Italiani e a quello internazionale della BJCEM_Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo ed è il fulcro di un importante network di soggetti, istituzionali e non, che contribuiscono a farne una delle più dinamiche realtà nazionali impegnate nella promozione e nel sostegno della creatività e della mobilità di giovani artisti.
Dei 51 candidati al bando, la commissione di esperti indicata dal Comune di Trieste ha individuato i seguenti artisti: Simone Carraro, 22 anni, Treviso / Tea Jurisic, 27 anni, Osijek (Croazia) / Chiara Pulselli, 29 anni, Sassari / Giulia Salamone, 28 anni, Siracusa.
Questi artisti saranno coinvolti in numerose attività e incontri coadiuvati dallo staff del Polo Giovani Toti e dal direttore artistico del progetto, Mattia Campo Dall’Orto http://www.mattiacampodallorto.it/, che vi presentiamo con questa breve intervista.
Cosa significa, per la tua esperienza nel campo della creatività urbana, coordinare un progetto complesso come Chromopolis e quali sono le priorità che ti sei proposto di raggiungere attraverso il lavoro di mediazione tra la città, le istituzioni e i giovani?
Si tratta di un progetto impegnativo per due ragioni: per il contesto cittadino di riferimento e per le metodologie promosse.
Trieste, con Artefatto, è stata un polo di attrazione di giovani artisti per oltre un decennio, tuttavia vive un rapporto conflittuale con le forme di espressione negli spazi pubblici, soprattuto con la subcultura del Graffiti/Writing. Chromopolis offre finalmente una risposta forte e sistematica per sensibilizzare i cittadini verso i nuovi linguaggi urbani.
Personalmente, le metodologie impiegate sono l’argomento di maggior interesse e la sfida che mi sono posto, trovando un supporto senza precedenti nello staff del Comune. Le tecniche di compartecipazione applicate all’arte, e in particolare alla Creatività Urbana, sono un tema spesso sottovalutato se non ignorato. Eppure il dialogo che si può instaurare tra comunità, artista e istituzioni può portare alla creazione di opere originali e sentite, che non si concludono con la mera riqualificazione degli spazi.
Sappiamo che al bando Artefatto_SeetheSea hanno risposto 51 candidati. Lo consideri un buon risultato? Che cosa ha valutato la Commissione per individuare i 4 artisti a cui assegnare la residenza?
Non mi aspettavo una risposta così consistente e varia, che spazia dal muralismo alle installazioni negli spazi pubblici. Quello che mi sorprende piacevolmente è che dei 4 artisti selezionati la componente femminile sia in maggioranza, ribaltando gli stereotipi dell’arte urbana che vedono la presenza maschile sempre preponderante.
La Commissione non ha avuto un compito facile: stile, tecnica, esperienza di lavoro in spazi urbani, originalità, capacità di lavorare in team ecc… sono stati tutti valori importanti. Tuttavia, si è dato molto peso alle motivazioni che hanno spinto alla candidatura e lo spirito di apertura verso le comunità locali.
Che tipo di residenza avete programmato e organizzato? Nella tua lunga esperienza di “residente” trovi che questa di Trieste abbia qualche peculiarità?
La residenza è in realtà una doppia residenza in cui gli artisti “scoprono” Trieste e, a distanza di due mesi, vi ritornano per un’opera collettiva “community specific”. In una dimensione artistica che spesso lavora con tempistiche molto strette, questo è un aspetto interessante, perché offre agli artisti l’opportunità di raccogliere informazioni e rielaborarle con calma.
Qual è il tuo prossimo progetto oltre alla direzione di Chromopolis?
Mi sto dedicando molto alla formazione, soprattutto a quella di adolescenti, creativi e neofiti, ma anche alla mia crescita personale e professionale. Come artista vedo la formazione e la creazione di nuove opere come attività che si integrano e rappresentano occasioni di scambio. Sono percorsi connessi con le modalità partecipative in cui credo perché richiedono forte sensibilità, spirito di osservazione e voglia di cambiare.
Segui il segui il progetto su www.artefatto.info o sulla pagina Facebook Progetto Area Giovani
Il primo intervento di Chromopolis sui 72 metri del muro perimetrale dello storico stabilimento detto “Pedocin”
(photo credits Mara Fella)